Capodanno Pisano

Capodanno Pisano

Chi ha detto che capodanno è sempre il primo dell'anno? Per i pisani è il 25 marzo!

Quando ancora era in auge l'Impero Romano, l'inizio dell'anno coincideva con le calende di marzo e cioè con il primo giorno del mese; ma quando Quinto Fulvio Nobiliare ebbe la necessità di diventare console, allora la data fu anticipata alle calende di gennaio.

Per mano di Giulio Cesare, nel 45 a.C., l'inizio dell'anno venne fissato al primo giorno di gennaio. Durante il periodo del solstizio d’inverno che cadeva il 25 dicembre veniva celebrato l'allungamento delle giornate e cioè la vittoria della luce sulle tenebre, sul buio.

Fu solo in seguito che la Chiesa cambiò i connotati a questa festa, tramutandola da pagana a festività cristiana, ricordando in quel giorno la nascita di Gesù Cristo.

Dopo la caduta di Roma e le invasioni barbariche, nel Medioevo nacquero le libere Repubbliche e i liberi Comuni, e fu così che molte città d'Italia istituirono proprie leggi, coniarono monete del proprio territorio e crearono anche i loro calendari ritornando a far coincidere l'inizio dell'anno con una festività primaverile.

A partire dal decimo secolo, i Pisani decisero di far coincidere l'inizio dell'anno con l'Annunciazione e quindi con l'incarnazione di Gesù, cioè 9 mesi prima del 25 dicembre.

Il risultato fu l'Anno Pisano in anticipo sul calendario comune ed il 25 marzo diventò il primo giorno del nuovo anno solare che si sarebbe chiuso il successivo 24 marzo. Il mese di marzo fu scelto da molte altre città per sancire l’inizio dell’anno.

Pisa, Siena e Firenze scelsero il 25. Il calendario pisano restò in vigore per secoli anche nelle terre appartenenti alla Repubblica di Pisa, tra Portovenere e Civitavecchia, Capraia, Elba, Corsica, Sardegna, Reggio Calabria, Lipari, Trapani, ma anche Baleari, e poi Tunisia, Algeria, Egitto e Costantinopoli, dove i Pisani e i Veneziani furono gli unici occidentali a potersi stabilire.

Il calendario pisano fu utilizzato fino al 1749, quando il Granduca di Toscana Francesco I di Lorena ordinò che lo Stato Pisano si uniformasse all'uso del calendario gregoriano come il resto della Toscana. Fu poi negli anni '80 del Novecento che si tornò a parlare di questa festa e da allora il capodanno è sempre più atteso e festeggiato, con numerose iniziative culturali ed anche conviviali con piatti tipici e storici nei ristoranti della città.

Oggi come ieri, l'inizio dell’Anno Pisano è scandito da una sorta di orologio solare: a mezzogiorno di ogni 25 marzo un raggio di sole penetra nel Duomo da una finestra rotonda della navata centrale e colpisce un uovo di marmo sopra una mensola posta sul pilastro accanto al pergamo di Giovanni Pisano, sul lato opposto.

L'evento è ogni anno preceduto da un Corteo storico della Repubblica Marinara e dai Gonfaloni dei Comuni Pisani e celebrato con una breve cerimonia religiosa che termina a mezzogiorno esatto.



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