Matrimonio - La scelta della chiesa
A volte la parrocchia di appartenenza può non corrispondere alle esigenze del matrimonio della coppia.
Il desiderio di scambiare il sì davanti a un prete amico, la scelta di una chiesa più vicina al luogo dove si terrà il ricevimento (specie se si svolge in un'altra città) sono alcune di queste possibilità.
Per ottenere il permesso di celebrare la funzione altrove è necessario compilare un modulo fornito dal proprio parroco, che vale come "nulla osta" a sposarsi nella parrocchia prescelta. Alcuni parroci chiedono per il rilascio del modulo un piccolo "obolo", altri lo forniscono gratuitamente.
Anche nella parrocchia prescelta per la cerimonia si compilerà un altro modulo per così dire di "accettazione".
Ma per la scelta del posto è necessario anche fare alcune considerazioni:
- la grandezza della chiesa deve essere proporzionata al numero degli invitati, tenendo conto che sono in molti ad avere la pessima abitudine di arrivare proprio al momento dell'uscita della coppia; meglio quindi una chiesa più piccola ma strapiena, piuttosto che una cattedrale semivuota
- l'orario deve essere comodo per tutti, ossia tarda mattinata o pomeriggio avanzato - bisogna considerare il problema del parcheggio, perché spesso le chiese* più belle sono situate nei centri storici delle città
- attenzione anche alla difficioltà di trovare il posto: nel caso in cui gli sposi abbiano optato per una di quelle meravigliose abbazie situate in località difficilissime da trovare, dovrà essere indicato con chiarezza il percorso migliore per arrivarci. La soluzione ideale è un piccolo bus per il trasporto degli invitati
- è necessario prevedere un facile accesso nel caso della presenza di persone disabili e un percorso rispettoso dei tacchi a spillo delle signore e non troppo lungo per i parenti anziani.
Quando il matrimonio viene celebrato da un'alta autorità ecclesiastica, il suo nome dovrà essere stampato sulla partecipazione.
Ciò indirettamente serve anche a far capire che si tratta di un invito molto importante, perché l'onore di avere come celebrante un cardinale o un vescovo è riservato a pochi.